Si è conclusa da poco la tappa canadese dell’Hearthstone Championship Tour,  che ha visto sfidarsi nell’arco di tre giorni circa 200 competitor provenienti da tutto il mondo.

I protagonisti dell’HCT Toronto, oltre che ad essere distinti per cultura, lingua e paese di provenienza, hanno proposto un approccio strategico al torneo decisamente variegato figurando circa 100 incastri di archetipi – stando alle dichiarazioni del sito di statistiche OldGuardian.

Ne deriva quindi un meta diversificato, che fa leva sulla solida base di alcuni archetipi ormai evergreen del meta corrente, impreziosito da archetipi più disparati appartenenti ai tier 2 e 3 del powerlevel dei mazzi che, contestualizzati in una strategia curata al dettaglio. riescono a sinergizzare in armonia con i sopracitati sempreverde.

I sempreverde

Specchio della condizione dei tier 1 dei mazzi al momento, i sempreverde del formato conquest sono ormai: Cubelock, Secret Mage, i due Paladin aggressivi e alcune sfumature di Priest con tribe draghi.

Il Cubelock, presente in 116 lineup diverse. è l’archetipo più abusato in questo evento, garante di performance solide grazie al suo alto potenziale in grado di rubare punti ai matchup negativi. Risvolto che fa gola ai competitor, che si affidano alla versione più greedy dei mazzi di Gul’Dan (soli 27 Control Warlock presenti).

Segue Secret Mage, scelto ben 77 volte; buoni i numeri per uno dei pochi archetipi consistenti che investe il ruolo da antagonista nei confronti del Cubelock e del Control Warlock, esponendosi un po’ troppo, però, a strategie aggressive di cui Silver Hand Paladin (73) e Murloc Paladin (63) fanno parte.

A chiudere il cerchio dell’ecosistema conquest, ecco il Dragon Priest (61) e il Control Priest (49), entrambi mazzi dall’ampio spettro dei matchup positivi, in grado di beneficiare di uno stato da underdog nel meta che li rende poco esposti  a target ban (è la classe più usata del torneo) –  tendenza che a mio parere durerà ben poco .

Le comparse

Questo HCT Toronto ha visto affiancarsi ai mazzi più rodati del meta,alcune scelte  decisamente peculiari. Trova respiro un Malfurion dimenticato dal formato rande, che ha proposto due archetipi in rilancio tra cui Jade Druid (14 presenze) e Spiteful Druid (14 presenze), il primo dei quali gode di particolare benessere in strategie a ban Warlock.

A seguire, take alternativi delle classi più presenti ovvero Zoolock (25) e Big Spell Mage (24).

Menzione particolare per Fatigue Warrior (7) resosi protagonista grazie alla splendida performance di Odemian, che l’ha condotto sul vertice massimo del podio dando luce e speranza a uno dei fanalini di coda del meta KaC, il Warrior.

Certamente non mancano gli outsider del meta, mazzi tier 1000 abbracciati da chi a una composizione solida e standardizzata preferisce l’estro e lo spettacolo: N’zoth Druid (2), Leyline Mage (2), Handbuff Paladin (1)  e Velen Big Priest (1).

Che questi dati siano d’ausilio a tutti coloro che prenderanno parte alla prossima tappa targata HCT sebbene con un formato diverso, LHS quello scelto per Oslo.

Le mie più sentite congratulazioni alla Top3 di quest’ultimo evento con la speranza di vedere almeno un italiano accedervi al prossimo appuntamento. Sarà il drago blu a trascinare il tricolore sul vertice europeo? Alla prossima!