Ben ritrovati amici dal vostro capitano VKing!

Oggi voglio portarvi un articolo speciale: il punto di vista sul gioco e sul meta di DannyDonuts, vincitore del recentissimo Control Wild Invitational Tournament. L’ho trovato molto interessante e ho deciso quindi di tradurre per voi una sua recente intervista, sperando possa alimentare una bella discussione tra noi!

Chi è DannyDonuts

Ciao a tutti ragazzi, sono DannyDonuts!
Molti giocatori si sono dimostrati interessati ad apprendere il lavoro che sta dietro alla creazione di una line-up da torneo efficace e ho pensato di stendere questo write-up relativo a quella che è stata la mia preparazione per questo evento. Probabilmente esistono metodi migliori e io stesso ho sicuramente tanto da imparare ancora, ma in generale sono decisamente soddisfatto del lavoro svolto.

Prima di passare al fulcro del discorso, lasciate che mi presenti a coloro che non hanno mai sentito parlare di me. Sono un wild player che raggiunge le vette del rank Legend ogni mese, oltre a scrivere per Vicious Syindicate e Tempo Storm. Sono anche l’host di “Well Met!”, un podcast di Hearthstone. Il mese scorso sono stato il primo player a raggiungere il rank legend in Wild sul server nord americano e ho mantenuto il rank1 per 9 giorni di seguito. In generale, sono un entusiasta del gioco in Wild.

Wild è bello

Mi sono divertito molto nel costruire la line-up per il torneo Wild. Grazie all’immenso pool di carte tra cui scegliere, le possibilità sono infinite! Tante scelte vuol dire anche tante line-up simili, ma diverse.

Ho giocato molte open cup in formato standard in passato e rispetto a quei tornei questa è stata un’esperienza unica, una ventata d’aria fresca. Mi sarei inoltrato in un territorio inesplorato e dunque ho messo più lavoro nella costruzione di questa formazione di quanto non abbia mai fatto in passato.

Ho ridotto la mia strategia a 3 punti focali:

  • Decidere che strategia generale adottare per la line-up
  • Decidere quali fossero i mazzi migliori che si conformassero a tale strategia
  • Costruire i deck e decidere quali scelte tech inserire.

 

La strategia generale

Nel decidere la strategia generale di una line-up best of 5 Conquest, ho scoperto tutta una serie di build possibili e assolutamente viabili, ma in Wild non tutte sembravano allo stesso livello di potenza.

Ho fatto dunque un’analisi di tutte le line-up di tutti i tornei Wild, dividendo il tutto in 5 gruppi: AggroAnti-Aggro (control)ComboDeck Migliori e Target di un deck in particolare.

Sapendo che il pool di deck a disposizione dei miei avversari sarebbe stato, per l’appunto, immenso, e con così poca esperienza in un torneo Wild, l’ultima opzione, il Target di un mazzo specifico, suonò subito come la scelta peggiore poiché non avevo idea di cosa avrei potuto vedere in una simile competizione.

Inizialmente ho considerato l’opzione di andare a counterare Reno Priest, sicuramente il mazzo più forte del formato in quel momento, che sicuramente avrebbe visto molto gioco. Tuttavia, iniziavo a temere la possibilità che la maggior parte dei giocatori finisse con l’optare per una line-up totalmente Aggro, avendo Big Priest come deck alternativo. La line-up full combo è stata scartata quasi subito, proprio per la presenza pressoché garantita di aggro nel formato.

A questo punto mi sono reso conto che avrei avuto bisogno di analizzare aspetti diversi delle tre opzioni rimaste (Anti-Aggro – Deck Migliori – Target di un deck in particolare) e creare la mia formazione sulla base di quelle informazioni.

La costruzione della lineup

Prima di tutto, la line-up avrebbe dovuto presentare dei match-up positivi contro Aggro. Sapevo che la maggior parte dei competitor avrebbe presentato almeno un mazzo Aggro, dato il power level attuale di Aggro Druid e Aggro Paladin, ma non ero certo su quale versione sarebbe stata scelta.

Il passo successivo è stato quello di analizzare i due deck che reputavo più forti in quel momento: Reno Priest e Cubelock. Si presentò subito un problema. Anche proponendo una lista virtualmente “counter”, con tanto di scelte tech annesse, il Reno Priest in Wild è in grado di rubare qualsiasi tipo di partita pescando in curva, senza counter proponibili.

Per questo la mia prima linea di difesa è stata quella di resistere agli Aggro anziché a Reno Priest, ponendolo in secondo piano. In sintesi, non volevo che tutto il progetto crollasse alla prima occasione di RNG troppo negativo per me o troppo positivo per il mio avversario.

Seguendo questa linea di pensiero, si giunge a una line-up che è sicuramente Anti-Aggro e che può reggere bene contro Reno Priest, lasciando comunque un lato scoperto: Cubelock. Questo mi ha portato a fare di Warlock il mio target per il ban a ogni possibile occasione, ponendo Priest come secondo target di ban in priorità.

I deck adatti alla strategia

Dunque, quali potevano essere i deck che meglio si sarebbero adattati a questo tipo di line-up? La scelta fu piuttosto ovvia e semplice. Reno PriestReno Mage e Cubelock erano i tre mazzi migliori del momento per contestare sia Aggro che Reno Priest, per quanto possibile, oltre a essere mazzi che lasciavano il giusto spazio alle eventuali scelte tech da torneo. Il quarto e ultimo slot vacante è stato piu’ difficile da riempire, alla fine ho optato per Aggro Paladin dopo qualche ricerca statistica sul meta in high-legend.

La line-up era dunque decisa. Reno Priest, Reno Mage, Cubelock e Aggro Paladin. Una formazione che poteva essere considerata Anti-Aggro (contestando comunque Reno Priest) e che presentava un deck “Anti-Reno Priest” (e che inoltre presentava matchup 50/50 contro Aggro).

Costruire e techare i deck

Il gameplan generale era dunque ormai saldo, restavano da rifinire i dettagli, ovvero le scelte techReno PriestCubelock e Aggro Paladin hanno visto modifiche minime, poiché le versioni migliori per la ladder corrispondevano già a ciò che avevo in programma per la mia line-up.

Nel Reno Priest ho deciso di tagliare Lightbomb per fare posto a Radiant Elemental, nel Paladino invece ho deciso di fidarmi di Val’Anyr per una longevità migliorata contro Control.

Discorso diverso invece per il Reno Mage, che ho dovuto rivisitare completamente. Data la natura flessibile di questa lista, tenendo sempre presente il ban a Warlock, sono stato in grado di costruire una lista che counterasse aggro molto meglio di quanto non facciano i deck in versione “ladder”.

Ho tagliato via la maggior parte delle risorse da late-game (Medivh, the Guardian, Ragnaros the Firelord, Baron Geddon, Archmage Antonidas, Alexstrasza) e mi sono affidato a Pyros, Brann Bronzebeard + Kazakus e Frost Lich Jaina.

Il playtesting iniziale ha evidenziato subito netti miglioramenti contro i mazzi aggressivi, risultando invece meno consistente contro Reno Priest. Le inclusioni più importanti sono state sicuramente Inkmaster Solia e Arcane Tyrant, che favorivano dei tempo swing importanti contro aggro.

Lone Champion e Mind Control Tech si sono dimostrati vincenti e una nota di merito molto particolare va data a Shifting Scroll. La considero una carta decisamente sottovalutata in Reno Magee nei matchup Control può regalare valore extra inaspettato! La carta, statistiche alla mano, ha funzionato alla grande e più o meno tutte le spell del Mage possono essere ben sfruttate!

E con questo, la mia line-up era al completo! Non mi restava che inviare i deck e iniziare il playtest forsennato!

Il saluto di VKing

Spero abbiate trovato interessante questo write-up estremamente dettagliato! Seguiteci e rispondete su tutti i social per eventuali domande o approfondimenti!
Come sempre vi ringrazio per il vostro tempo e vi do appuntamento alla prossima!